Storiografia del Personaggio
Correva l'anno 1987, l'estate stava
ormai abdicando all'autunno, quando Neil Gaiman ricevette la famosa
telefonata di Karen Berger, editor della DC Comics, che ha dato origine
a tutto quanto.
Gaiman aveva già collaborato con la casa editrice di Superman
e Batman alla miniserie "prestige" BLACK ORCHID, su illustrazioni di
Dave McKean, e adesso era venuta la volta di recuperare altri vecchi
progetti di proprietà della casa editrice per rivitalizzarli
e creare loro un nuovo pubblico. I personaggi più in vista, infatti,
erano gią stati praticamente tutti destinati a sceneggiatori e disegnatori
in forza presso la DC; cosà, ai nuovi venuti non restavano che
le briciole. La Crisis che aveva ristrutturato l'universo DC,
cancellata la stravagante (ma necessaria) invenzione dello scrittore
Gardner Fox secondo cui agivano nella realtà fumettistica della
casa editrice dei mondi paralleli con supereroi analoghi ma differenti,
aveva riportato un po' d'ordine, ma nello stesso tempo aveva tolto di
mezzo alcune possibilità di scrivere storie a causa dell'ecatombe
di personaggi conseguente alla ristrutturazione dell'universo DC. La
Berger, quindi pensòche fosse il caso di ripescare nell'ampio
parco di personaggi rimasti, quelli suscettibili di nuovi sviluppi,
specialmente nelle mani di sceneggiatori capaci e desiderosi di mutarne
i connotati a proprio piacimento.
Gaiman era un grosso fan delle storie horror, e suggerà a Karen
Berger una lista di idee che non furono nemmeno prese in considerazione.
Ma durante la stesura del primo numero di BLACK ORCHID, incidentalmente
Gaiman aveva inserito una nota nella documentazione fornita a Dave Mc
Kean. E in questo testo veniva citato di striscio proprio il Signore
dei Sogni. Facciamo un salto all'indietro nel tempo. Sul n.4 del comic
book di SANDMAN (aprile 1989), Neil Gaiman ci parla di sè, e
della propria fanciullezza per farci entrare meglio nello spirito della
sua creazione. Ci dice che l'estate del 1967 aveva segnato un momento
importante per le successive tappe della sua vita. Qualcuno, di cui
Gaiman non ha mai conosciuto l'identità, gli regalà uno
scatolone pieno di albi a fumetti: supereroi dai costumi sgargianti
che combattevano per dei nobili scopi contro "emissari del male" anch'essi,
molto spesso, rivestiti di panni multicolori. C'erano pile di albi della
Marvel e della DC, storie da far venire l'acquolina in bocca anche ai
collezionisti italici di oggi. Ebbene, fu proprio in questa circostanza
che al seienne Neil si presentò per la prima volta davanti agli
occhi il personaggio cui da adulto avrebbe legato il suo nome. Nel n.47
di JUSTICE LEAGUE OF AMERICA, infatti, davanti alla minaccia dell'Uomo
Antimateria, a fianco di Batman, Atom e Lanterna Verde si presentò
anche il Sandman dell'epoca d'oro, quello con la maschera antigas che
adesso fa da padrone nel comic book Vertigo SANDMAN MYSTERY THEATRE.
Gaiman ricorda anche che quella scatola di fumetti fu restituita al
suo proprietario poche settimane dopo, ma... il danno era fatto. I fumetti
americani avevano colpito l'immaginazione di un ragazzino inglese dalla
fervida fantasia. Anche se Neil continuò per suo conto a leggere
e a collezionare comic book, il Sandman della "Golden Age" brillò
soprattutto per la sua assoluta assenza. Finchè, nel 1975 dice
Gaiman: «...ho circa quattordici anni e mi preoccupo soprattutto di
correre dietro alle ragazze, ma contemporaneamente torno a seguire fumetti.
Sarebbe una bella storia se affermassi che ero un grosso fan del Sandman
del 1974, ma sarebbe del tutto falsa; riguardando quei sei albi ho ancora
delle strane sensazioni rispetto al loro titolo. E quel tizio giallo
e rosso che sta nel suo mondo onirico circondato da schermi televisivi,
che libera il giovane Jed dalle grinfie del Dottor Spider, con il Cervello
che ha "annerito" il Bronx (e i suoi gorilla), alieni, uomini-rana e
roba di questo tipo... Mi piacevano le copertine di Kirby e i soggetti
bizzarri di Fleischer, ma al di là di questo mi sentivo un po'
a disagio con tutto quel mondo. Ciononostante c'era qualcosa di affascinante
in quel personaggio. Uno che viveva nei sogni... aveva molte possibilità!».
E torniamo alla nota scritta in margine ad un foglio destinato a Dave
McKean. E proprio sulla base dei ricordi dello scatolone di fumetti
che Gaiman suggerisce un'idea: inserire in una scena di stampo onirico
dei personaggi ricavati dal "Dream Stream" della DC: Sandman, Brute
e Glob con le presenze di Caino e Abele.
Poi da questo nucleo iniziale, l'idea di sviluppa in qualcosa di più
ambizioso e Gaiman comincia a prendere appunti per un trattamento del
Sandman sgargiantemente vestito di Simon e Kirby; quando Karen Berger
si reca in Inghilterra per una convention di fumetti, tra lei e Gaiman
c'è un rapido scambio di battute sul personaggio, quindi la telefonata
fatidica. «Ti piacerebbe occuparti di The Sandman», chiede la Berger.
E Gaiman: «Si... si, senz'altro. Di cosa si tratta?» «È presto
detto: ci piacerebbe un nuovo Sandman. Mantenere il nome, ma il resto
è affar tuo!».
Gaiman ci pensò su, e venne fuori lo schizzo di questo personaggio
segaligno, nudo, imprigionato in una bolla di vetro. Per i vestiti si
ispirò ad un libro di illustrazioni giapponesi: il colore nero
del kimono era in perfetta sintonia con la maggioranza dei capi appesi
nell'armadio di Gaiman. Per Sandman realizzò anche una serie
di schizzi e una sintesi dei primi otto episodi che avrebbe potuto interpretare.
Ne fece delle copie e le sottopose, in modo interlecutorio, a Dave McKean
e a Leigh Baulch. Entrambi fecero a loro volta degli schizzi di Dream
secondo la loro sensibilità e tutto finì nel cassetto
di Karen. In seguito, Gaiman ha riversato con disinvoltura nel fumetto
le trascrizioni molto fedeli, di miti romani, greci, celtici e africani.
Della loro natura, l'autore del nuovo Sandman ` riuscito a capire
il grosso potenziale: in modo semplice e piano, attraverso sequenze
logiche di immagini, i miti parlano al nostro cuore dei più grandi
misteri della nostra esistenza.
È in questa dimensione archetipa ma anche molto contemporanea,
"eterna" come gli Endless, che Sandman deve essere collocato a buon
titolo. Non certo nella dimensione para-supereroica del cosmo DC in
cui talvolta Gaiman si è sbizzarrito ad ambientare i passaggi
di alcuni episodi, come quello della storia Passengers . Lo stesso Gaiman
sembra essersi accorto dell'errore commesso, quando nella postfazione
a Preludes & Nocturnés dubita di aver fatto bene a mixare il
mondo di Sandman con quello dei multicolori supereroi della sua infanzia.
Mi piace chiudere questa nota con le stesse parole di Gaiman: «Non ho
mai saputo a chi appartenesse quella scatola di fumetti del 1967. Mi
domando se questo sconosciuto sapesse che non si trattava solo di una
scatola di fumetti... Era una scatola di Sogni».
Presentazione di Luca Boschi Su: Sandman:
Le origini volume 2 Comic Art - DC Comics.